Ivano Ciccarelli e le sue riflessioni sulla pandemia: Piani di emergenza sanitari non aggiornati e conseguenze tragiche

Gianna Santini

3 anni fa

Ospitiamo con piacere la riflessione di Ivano Ciccarelli, lettore e spesso apprezzato collaboratore di Noi Cambiamo, sul tema della pandemia, su quanto accaduto nel nostro Paese, sul Piano Pandemico aggiornato solo ora, dopo 14 anni, e sulle tragiche conseguenze, anche locali, legate a questi eventi.

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di Ivano Ciccarelli –

Normalità fuori-di-testaaAa

Ci siam detti e ridetti: andrà tutto bene!! Tutte e Tutti all’inverosimile… per ritornare alla “normalità”. Con questa poi?! Non che ci fossimo lasciati così bene, tutt’altro. Eppure la normalità, almeno quella che lasciammo a fine dicembre 2019, sembrerebbe decisamente meglio di una pandemia. Tutte e tutti certamente più vaccinati ci apprestiamo, piaccia o no, a ritornare alla normalità. Normalità in divenire alla prassi quotidiana. La pandemia ha però rilasciato una lunga serie di questioni tutt’altro che… normali? Una lunga serie di storie più e meno intime, intuite, si, ma tutte ancora da scrivere. E così, tra Noi tutte e tutti, in molti forse troppi, ritornano alla discutibilissima vecchia normalità, sulla scorta però di nuovi esecrabili dubbi per i quali la normalità cui dovremmo tornare, agli intimi fa storcere un po’ il naso, giacché i conti non gli tornano. E allora, in barba all’agognata normalità dei più, nei retroscena delle proprie storie, questi intimi tra Noi tutte e tutti: attendono.

A facilitare il ritorno alla normalità che sappiamo, serve Un tempo senza storia. Possibile a farsi – dice lo storico Adriano Prosperi – qualora si predisponga la totale distruzione del passato … Una premessa forse non necessaria: quella di cui qui si parla è la storia come narrazione, come historia rerum gestarum. La storia come realtà delle vicende umane – res gestae – è un’altra cosa. E un’altra cosa ancora è la realtà delle cose del mondo e della natura. È da questa che dipendiamo. Lo si dimenticherebbe volentieri, se non arrivassero a ricordarcelo [per l’appunto] epidemie, eruzioni e terremoti. Lo si dimenticherebbe volentieri, eppure solo cinque mesi fa, fine dicembre 2020, lo Stato italiano si è dotato di un “Piano pandemico 2021-2023” (di seguito Piano). Prima, quando si era in piena normalità, avevamo quello del 2006, mai aggiornato… è normale? Siamo arrivati al gennaio 2020, quindi ad inizio pandemia, col Piano obsoleto. Si dimenticherebbe volentieri di essere italiani: invece no, questi siamo! Fin troppo spesso governati da “normali” mediocri mai oltre i fondamentali della stupidità umana (altroché normalità direbbe il pessimista Carlo Cipolla).

Siamo stati avvisati? Certo che si! Ovviamente. Abbondantemente avvisati innanzitutto dagli eventi e poi, poi, dagli enti sovranazionali. Nel 2003 debellammo la SARS, già in quest’occasione l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dirama i primi situation reports consistenti in aggiornamenti ‘sostanziali’ ai Piani nazionali di ogni Stato che ne è dotato, raccomandando a chi non lo fosse di dotarsene. Stesse dinamiche si ebbero nel 2009 per l’H1N1 e nel 2013 con la MERS.

In cosa consistevano gli aggiornamenti ai Piani? Rintracciare i situation reports dell’OMS è facile, reperibili on-line pure tradotti. Spesso però, la loro narrazione accademica li rende inaccessibili ai più. Comunque, dal 2003 e in più riprese, almeno due raccomandazioni furono sempre ribadite, cioè quelle di tenere scorte sufficienti pronte all’uso di tutta la logistica sanitaria necessaria all’ampliamento di “reparti intensivi” negli ospedali pubblici e “mascherine igieniche” sufficienti ad una eventuale distribuzione di massa. Si!! Forse. L’Italia già dal febbraio 2020 diventa il primo Stato ‘occidentale’ colpito dal nuovo batterio covid19. A metà febbraio 2020 c’erano meno di 77mila casi nel mondo, il 98,4% in Cina. Il 21 febbraio, come sappiamo, vengono dichiarate le prime 11 “zone rosse”. Dieci in Lombardia e una in Veneto. Si badi: non solo ‘prime’ in Italia e in Europa, dopo la megalopoli di Wuhan in Cina quelle italiane sono le prime “zone rosse” al Mondo. Per questo attenzionate dall’OMS che decide di “registrare” ogni iniziativa di contrasto. Tutte, efficaci o non, così da informare l’umanità intera su cosa fare, ma anche evitare, per contenere e debellare il covid19.

A questo punto entra in scena tal Francesco Zambon, alto funzionario dell’OMS in servizio presso l’ufficio di Venezia. Il 4 marzo è “coordinatore delle emergenze di supporto OMS alle regioni italiane”. Si chiude nel suo ufficio, per due mesi rimane costantemente in contatto con i vertici di almeno 33 Stati e col suo staff ‘ristretto’ composto da una dozzina di professionisti OMS e, poi, con quello ‘allargato’ alle consulenze esterne di non meno 15mila altri ricercatori accreditati nei vari laboratori sparsi nel globo coi quali parla e scrive in 5, 6 lingue diverse. Un tipetto svelto e accattivante oggi famoso anche per il suo Il Pesce Piccolo – Una Storia Di Virus E Segreti nelle librerie italiane dal 20 maggio (Feltrinelli 2021). Libro a dir poco illuminante.

L’OMS consegna a Zambon 102mila dollari per le spese occorrenti al “primo rapporto sulla risposta di un paese al covid19 (An Unprecedent Challenge. Italy’s First Response to covid-19)”. E mo’ occhio alle date : lo staff ‘ristretto’ è operativo dal 3 aprile 2020, entra in contatto ufficiale con i vertici di Governo, Sanità nazionale, Protezione Civile, Regioni e ‘localmente’ con le Cabine di Regia approntate per le prime 11 “zone rosse” e poi, via via, con tutte le altre a venire nell’unica “zona rossa nazionale”. L’8 maggio le 102 pagine del rapporto vengono approvate dall’OMS che ne autorizza la divulgazione. Zambon invia per e-mail il rapporto ad almeno 146 ricercatori sparsi per il Mondo che, a vario titolo, hanno collaborato alla stesura. Il 12 maggio il rapporto viene pubblicato. Alle 12 e 34 del 14 maggio il rapporto viene ritirato [sic!]. Nonostante si potesse, oramai e così, ritenere diramato nei cinque continenti, eppure l’OMS lo ritira.

A questo punto nel singolare caso Zambon/OMS entrano le Redazioni dei maggiori quotidiani e Tv del mondo cui seguono Magistratura italiana e internazionale. Dapprima fu il Guardian britannico, il 13 agosto 2020 dalle sue pagine chiese spiegazioni : all’OMS sull’improvviso oscuramento del rapporto e al Governo italiano sui mancati aggiornamenti del Piano. Gli fece eco il New York Times che si univa alla stessa curiosità dei cugini anglosassoni. Poi, coi soliti ritardi nostrani, il misfatto fu spiegato da Rai3, con varie puntate che gli dedicò San’Report, cui fece eco l’altro ’Remo col sono-fuori-di-testaaAa che mo’ canticchiamo.

Nel frattempo, l’Italia pandemica s’infettava. Gli italiani morivano a decine di migliaia. Per questo la Procura di Bergamo apre una precisa indagine complessa, articolata. Forse la madre di tutte le altre, quelle degli intimi, singoli cittadini che a migliaia hanno comunque depositato le loro denunce sparse per la Penisola. Stando alla cronaca locale ve ne sarebbero di “pendenti” anche in quella veliterna alle quali accenneremo. Tutte, per un motivo o l’altro, legate al covid19 e proprio per questo in molti si sono pure associati (vedi www.noidenunceremo.it). Gli Inquirenti bergamaschi in questi giorni, ore, stanno indagando sull’ipotesi di un reato singolare, ovvero quello di “pandemia colposa”. In questi giorni, ore, stanno ascoltando Ministri, vertici OMS, vari Commissari, parenti delle vittime ecc ecc ecc. Agli atti risulterebbe pure il ‘rapporto indipendente’ di un tal Pier Paolo Lunetti. Altro tipetto svelto e accattivante: ex Generale, plurilaureato, esperto in gestione delle emergenze, autore di piani pandemici europei, responsabile della Scuola interforze per la difesa Nbc, ha lavorato per NATO, UE, ONU, OMS (praticamente gli mancano solo i marziani). Costui ha messo per iscritto, che, lavorando con un Piano pandemico “aggiornato” avremmo salvato almeno un terzo dei 35mila morti da covid19 della ‘prima fase’ italiana. Il Pier Paolo stellare non ha dubbi : 12/13mila vittime risparmiate alla prima, ancor di più nella seconda e magari evitato la terza fase. E forse oggi coi chiar-di-luna in erba stavamo tutti assieme a zampettare stornellando siamo-fuori-di-testaaAa-ma-diversi-da-loro. Tanto diversi. Molto. Soprattutto “in presenza”. Particolarmente sani. Visibilmente ristabiliti. Comunque vivi!

Ai Colli Albani non sono sfilate le bare sui camion militari. E menomale!! Sulla scorta di nuovi esecrabili dubbi, l’Esercito però l’abbiam visto all’opera quando a maggio inoltrato del 2020 (precisamente un anno fa) metteva i sigilli al famigerato San Raffaele di Rocca di Papa. Sempre sulla scorta di nuovi esecrabili dubbi, la Vicesindaca rocchigiana e il suo Comandante dei Vigili hanno più volte dichiarato agli organi di Stampa (varie interviste anche video, tutti facilmente rintracciabili on-line) di aver depositato presso il Tribunale di Velletri una denuncia su morti, infettati (questi tra aprile e giugno 2020 sfiorarono la quasi totalità dei 220-30 frequentatori abituali) ed altre anomalie emerse dalla gestione anti-covid19 all’interno del San Raffaele. I vertici della Regione Lazio, anch’essi per comunicati stampa, informarono della sospensione delle convenzioni con quella RSA, dichiarò che il Direttore Sanitario altri non era che un infermiere, il Responsabile-covid19 un portantino? ecc ecc ecc. Tanti nuovi esecrabili dubbi oggi al vaglio degli Inquirenti locali per una lunga serie di questioni tutt’altro che… normali? Come detto : i conti non tornano, qui ai Colli come nel bergamasco in Italia e un po’ ovunque.

Il ritorno alla normalità lascia il tempo che trova. Un tempo innocuo cui ritornare agghindati per movida senza storia. La res gestae indugia sulla scorta di nuovi esecrabili dubbi, agli intimi sopravvissuti di famiglie dimezzate rimane l’attesa. Intervallo spossante (altroché resiliente) per storie sospese, solo accennate, tutte ancora da scrivere. L’attesa degli intimi snerva, ha le ore strette e le emozioni mozzate. Nulla li schiarirà (sono-fuori-di-testaaAa…). Eventualmente La distruzione del passato (sempre in auge tra i mediocri) dovrà eliminare anche questi. Ammenoché…

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