Abbiamo ricevuto da Ivano Ciccarelli una riflessione sul Museo che a brebe verrà inaugurato dedicato ai “lingottini”. Pubblichiamo integralmente la nota che sicuramente ravviverà la discussione in questa fase abbastanza caotica della campagna elettorale.
di Ivano Ciccarelli –
Signore e Signori, Bambini tutti e Anziani pure RE-GGE-TE-VI-FO-RTE!! Ebbene si : Marino ha il suo “Museo dei lingottini”.
Nove (9) erano le “muse” che, nella mitologia greco-romana, proteggevano arti e scienze. E fu così – per farla breve – che i nostri avi, in ogni loro città, realizzarono il ‘tempio delle muse’. Dal greco mousa = musa, modificato dai latini in moseion per quel vocabolo ereditato da noi moderni e vale a dire: museo.
E diciamo pure che, più o meno, Tutte e Tutti sappiamo cos’è un museo. Ragionevolmente possiamo dire che ogn’una, ogn’uno di noi sa rispondere alla domanda : cos’è un museo? Ogn’una, ogn’uno però, al significato corrente e condiviso potrebbe aggiungere la propria interpretazione. Faccio un esempio : molti artisti tra i protagonisti delle grandi avanguardie agli inizi del Novecento paragonarono i musei a “obitori dell’arte” [sic!!]. Per ovviare a questa e a quell’altra opinione, atteniamoci al vocabolario che ci mette d’accordo nel ritenere il museo quel “luogo in cui sono raccolti, ordinati, custoditi e logicamente esposti al pubblico, oggetti d’interesse storico, artistico, scientifico, etnico … archeologico, etrusco, egiziano, cristiano, pagano, zoologico, mineralogico, anatomico, etnografico” ecc ecc ecc ecc
Ovviamente al Direttore di ogni museo questa soluzione, benché collettivamente condivisa, appare troppo semplicistica se non addirittura banalizzante. Perché? Presto detto : la ragion d’essere di ogni museo che si rispetti passa per “teoria e tecnica relativa alla costruzione, all’ordinamento e alla manutenzione, con criteri razionali cioè scientifici, dei musei” di ogni museo … dicasi museografia o museotecnica che dir si voglia.
Adesso tentiamo l’analisi del “Museo dei lingottini” su questa logica interpretativa, cioè museografica, che poi è l’unica proponibile, l’unica possibile.
Gli amministratori del Comune di Marino nel 1990 non furono mica stimolati dalle muse, macché?! Furono ispirati da una squadra di palone. Non pittori, scultori, poeti oppure reperti e scoperte bensì giocatori di calcio. Calciatori già strapagati nei club di provenienza, per poi essere ulteriormente remunerati per la selezione “nazionale”. Soldi su soldi su soldi e soldi ancora e così via. Oltremodo coccolati, osannati, acclamati, questi giocatori di pallone furono ospitati in un hotel extralusso marinese per allenarsi nel vicino campo sportivo comunale. Evidentemente estasiati da tanto viril sudore e muscoli inveenti, gli amministratori del Comune di Marino si precipitarono a spendere molto danaro pubblico per omaggiarli coi lingottini d’oro. Neanche attesero l’esito delle gare (per giunta infelice) che ordinarono il conio untuoso. Sempre per giunta e non da poco, questi giocatori di pallone, benché ripetutamente sollecitati al ritiro dei preziosi, misteriosamente soprassedettero al cerimoniale di consegna, voltando (di fatto) le spalle all’insolita generosità pallonara (forse nella storiella dei lingottini marinesi, codesto del soprassedere è, e rimane l’unico gesto dignitoso). Ed è così, dunque, che oggi questi lingottini mai giunti al destinatario, riemersi dopo 30anni circa di oblio enigmatico, comunque riemersi… ce li ritroviamo nelle disponibilità comunali. Si badi : gira voce che l’ammontare in danaro “pubblico” corrisponda ora a 50mila€ circa? (…robetta? diciamo non proprio pizz&fichi!).
L’attuale Sindaco e Giunta (uscenti) per i lingottini furono a loro volta colti da eccesso di zelo istituzionale, tant’è : invitarono la cittadinanza ad un referendum on-line dove si chiedeva se vendere o no ‘sti lingottini e, magari, destinare il ricavato in € ad altro (io sono uno che – addirittura – ha partecipato al leggendario referendum).
E concludo con l’assai probabile analisi che espongo.
Nessun Sindaco e Giunta, uscente o subentrante che sia, sognano minimamente di bandire a referendum quel che realmente è patrimonio culturale del proprio territorio per poi, eventualmente, monetizzarlo e reinvestirne il ricavato. Nessun Sindaco e Giunta venderebbero mai il Mitreo (va detto : è rimasto lì perché non si può staccare altrimenti lo avrebbe preso Marcantonio Colonna …sicuro!!). Invece coi lingottini s’è potuto fare perché non sono mai appartenuti al patrimonio culturale, men che meno oggi e mai gli apparterranno.
I lingottini sono nient’altro che un capriccio istituzionale realizzato da un eccesso di potere nel disporre di danaro pubblico per fare regalini, i lingottini, a giocatori di pallone già abbondantemente strapagati e milionari di par loro (ma la famosa Corte dei Conti dov’era? Che faceva? Chissà… magari ancora fa in tempo ad intervenire!). Per questo e solo miseramente per questo, il “Museo dei lingottini” è un’iniziativa destinata a morire sul nascere. Esattamente come sul nascere inesorabilmente morì all’epoca dei fatti, cioè nel 1990.
Rimane il rammarico di aver mancato, di nuovo, a delle occasioni stupende. Magari potevamo donare quei soldi alla Fondazione Bocelli che proprio in questi giorni raccoglie soldi e invia vaccini anti-covid19 in Africa. Oppure darli ad Emergenzy affinchè non smetta mai di prendersi cura delle vittime civili delle “guerre umanitarie”. Ma sarebbe stato bello pure comprare 50mila€ di confetti e farli distribuire a qualche onorevole locale a bordo di una mongolfiera svolazzante per i parchi comunali. I bambini sarebbero andati in delirio…
No, nulla di tutto ciò! Noi a Marino apriamo il “Museo dei lingottini”. Il museo alla fuffa! La pinacoteca del nulla! Nessuna “teoria e tecnica relativa all’ordinamento di criteri razionali e scientifici” che giustifichino l’esposizione permanente dei lingottini in alcunché “d’interesse storico, artistico, scientifico, etnico … archeologico, etrusco, egiziano, cristiano, pagano, zoologico, anatomico, etnografico” ecc ecc ecc ecc. Forse … forse, mineralogico? Ai capricci istituzionali non occorre museografia o museotecnica, si espone da se e per quello che è : fuffa!!
Ma è mai possibile che in questi tempi difficili, pandemici e turbo-climatici, mentre chiediamo soldi alla vituperata Europa per sopravvivere (…anche alla più ipotetica delle campagne elettorali), nessuno che nessuno (ma neanche la famosa Corte dei Conti) ci dice …a marinesi? Ma che diavolo stat’a combinà?