Una anno difficile si sta per avviare a conclusione e il prossimo Natale 2022 ci ricorda quanto, in questo momento, l’intero pianeta e l’umanità sia ancora una volta in grande e diffusa sofferenza.
La guerra devastante e inarrestabile nel cuore dell’Europa con la crescita abnorme degli investimenti internazionali nelle armi, la povertà estrema di quasi 800 000 persone nel mondo che vivono con meno di 2 dollari al giorno, la disperazione dell’immigrazione che continua a sfidare la morte pur di immaginare la realizzazione di una flebile speranza, la sofferenza di un intero pianeta, sfruttato e violentato per le sue risorse in ogni angolo a scopo di profitto, la distruzione sistematica e un po’ ovunque degli equilibri ambientali, il nuovo cemento per oltre 4 miliardi di tonnellate all’anno spalmato sul pianeta, e, per concludere l’elenco dei principali problemi, i cambiamenti climatici che stanno rinnovando i ritmi vitali, ma anche modificando le coltivazioni e le abitudini di miliardi di persone.
In questa situazione internazionale, la piccola Marino si evidenzia per una presenza mediatica asfissiante dei narcisisti governanti che vanno avanti a colpi di selfie e di notizie di rilievo infinitesimo con l’unico scopo di apparire. La sostanza invece è fatta di ‘balle‘ di Natale:
- ‘balle’ durate oltre un anno sulla situazione del Liceo Mercuri e la risoluzione del problema con i moduli provvisori,
- ‘balle’ sui Centri Anziani entrati nell’occhio del ciclone e oggi all’attenzione di organi superiori per le nefandezze messe in atto,
- ‘balle’ sulla scuola Anna Frank di cui si sono interrotti i lavori da oltre un anno, spacciate informazioni pubbliche a dir poco manipolatorie e, ora, a rischio perdita finanziamento originale.
Ma domani è Natale, e accanto ad un alberello o ad un presepe, con un nuovo ‘selfie‘ in arrivo, saremo tutti certamente più buoni … e, auspicabilmente, meno fessi.
Auguri da tutta la redazione di Noi Cambiamo, dall’Associazione ‘Per il Cambiamento’ – editore della testata – e dalle Formiche di Marino, che continuano la loro battaglia.
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