Nuovo comunicato della Rete Tutela Roma Sud, a cui come testata Noi Cambiamo abbiamo aderito per supportare il ricorso TAR contro l’inceneritore, dedicato al tema cruciale dell’acqua.
Come è noto, i Castelli Romani e la zona di Santa Palomba sono, come tutta la Penisola, in grande sofferenza idrica, conseguenza del cambiamento climatico, ma anche degli eccessivi consumi e della dispersioni di rete, mal gestita da Acea.
Il segno tangibile è il prosciugamento del Lago Albano di Castel Gandolfo, il cui livello è arrivato a scendere di circa mezzo metro l’anno, come ha spiegato il direttore scientifico dell’Ecoistituto Reseda Onlus, Roberto Salustri.
L’inceneritore ha bisogno di acqua. Tanta. Potabile ed industriale, con stime attorno agli 80.000 metri cubi annui per l’acqua potabile e circa 2,5 milioni mc per quella industriale.
La gravità della situazione merita una mobilitazione generale per costringere le istituzioni ad affrontare il problema seriamente, a cominciare da quelle locali, affinché pretendano una riduzione delle perdite di rete di ACEA ATO 2, che sono ancora pari al 40% a spese della stessa azienda in quanto frutto di decenni di mala gestione e profitti illegittimi.
Inoltre, sia rivisto l’inutile progetto del termovalorizzatore, per adottare tecnologie alternative senza consumo di acqua e che tutelino la salute.
Questo è il grido di allarme che ha lanciato la Rete Tutela Roma Sud durante la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day).
Sabato manifestiamo anche per questo, speriamo che le istituzioni siano fianco dei cittadini che manifestano.
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