Lettera alla redazione sul caso Salis: una storia drammatica e da non sottovalutare

Marco

9 mesi fa

Abbiamo ricevuto via mail da un nostro lettore, Coriolano Giorgi, una riflessione con richiesta di pubblicazione sul caso di Ilaria Salis, la giovane italiana in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra.

Ilaria Salis è un’insegnante e il suo volto è ritornato di prepotenza alla cronaca recentemente, a fine gennaio scorso, in considerazione di alcune riprese e immagini che sono state diffuse durante il processo che la immortalano con catene ai polsi e ceppi ai piedi.

Ecco intanto la riflessione arrivata da Coriolano Giorgi, che riportiamo integralmente di seguito.

Ilaria Salis e tutti gli antifascisti liberi! I campi larghi si costruiscono sui valori.

Sarebbe opportuno che ad esempio a Marino si costruissero sulla libertà ora e subito di Ilaria Salis e di tutti gli antifascisti/e, ingiustamente incarcerati. Comitato dal basso, come dal basso nacque la resistenza, per ricordare l’essenzialità dei valori costituzionali, di cui la sostanza è l’articolo 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica del Paese”

Ilaria sta nella galere ungheresi, ma potrebbero essere italiane, polacche, russe o americane e cinesi, per ricordarci, i processi di liberazioni delle moltitudini.

Coriolano Giorgi

Per comprendere meglio i concetti sopra espressi sulla carcerazione vanno ricordati sinteticamente alcuni fatti, non trascurabili, di questa triste vicenda.

Ilaria Salis ha 39 anni ed è un’insegnante di scuola elementare a Monza. Si definisce lei stessa antifascista e per questo suo credo è andata nel 2023 in Ungheria per protestare contro la manifestazione che raduna gruppi di neonazisti, manifestazione organizzata per commemorare le imprese di un battaglione nazista che nel 1945 si oppose all’Armata Rossa;
l’accusa per Ilaria Salis è di aver partecipato agli scontri durante il corteo e di aver aggredito due manifestanti. Inizialmente Salis è stata accusata di altri due reati, ma è stato dimostrato che non era ancora arrivata in Ungheria quando questi sono stati commessi.
secondo l’accusa la 39enne italiana è una componente di un gruppo di persone dal volto coperto, mostrate in un filmato non diffuso ancora dagli investigatori, che colpiscono due attivisti di estrema destra con dei manganelli;
Salis non è stata arrestata in flagranza, ma solo dopo alcune ore quando viaggiava con altre persone su un taxi. Gli inquirenti ungheresi le hanno contestato l’aggravante di aver agito come parte dell’Hammerband, un’associazione a delinquere tedesca;
i difensori della Salis hanno dichiarato di non aver avuto accesso alle registrazioni delle telecamere, prova fondamentale per l’accusa, e di non aver avuto gli atti del processo tradotti cosicché Salis non avrebbe potuto capire esattamente le accuse;
le persone ungheresi colpite nell’attacco non avrebbero sporto denuncia e le loro ferite sarebbero state guaribili in pochi giorni: nonostante questo l’accusa parla però di lesioni potenzialmente letali;
dopo l’ultima udienza di lunedì 29 gennaio scorso il processo è stato aggiornato al 24 maggio. Salis si è dichiarata non colpevole rinunciando al patteggiamento di 11 anni e andando a rischiarne ora più di 20;
Ignazio La Russa, Presidente del Senato, dopo la diffusione delle immagini della giovane ammanettata ha dichiarato “La nostra legge vieta che venga esibito il detenuto con le manette e in condizioni di umiliazione mentre questo non è avvenuto in Ungheria. Su questo credo sia giusto intervenire”. Prima di lui avevano parlato il ministro degli Esteri Tajani e quello della Giustizia Nordio su questo aspetto;
secondo fonti giornalistiche il Presidente Giorgia Meloni ha chiamato di recente il primo ministro ungherese Orbán e la presidente dell’Ungheria Katalin Novák;
solo dopo questi interventi politici a Ilaria Salis sarebbero stati messi a disposizione un interprete, un medico e uno psicologo;
va anche ricordato il recente attacco pubblico del Ministro Salvini alla Salis per un fatto del passato relativo ad una violenza nei pressi di un gazebo della Lega, anche se dagli atti giudiziari italiani la Salis risulta assolta perché non avrebbe partecipato a questo atto contro alcuni leghisti.

Questi elementi, nella loro estrema sintesi, mostrano quanto sia confuso e politicizzato il caso che, purtroppo, vede questa maestra italiana sotto processo e come, con colpevole ritardo, le istituzioni – che c’è da immaginare non abbiano particolarmente a cuore la maestra di Monza – si siano mosse per assicurare condizioni dignitose e garanzie di giustizia per il processo. Ora ci si aspetta una maggiore attenzione e le giuste garanzie per l’imputata, almeno questo sembrerebbe il nuovo recente trend.

Per quanto attiene invece al Fascismo e al Nazismo, evidentemente oramai tornati di moda in molte parti del mondo, anche nella vicina Europa e nella nostra Italia, il fenomeno è di notevole preoccupazione per tutti coloro che avendo un minimo studiato e compreso la Storia dello scorso secolo riconosco i disastri e gli stermini a cui le dittature e il pensiero unico hanno condotto l’Europa e l’intero mondo.

Ma c’è chi negherà anche questo …

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