La 27^ Sagra della Ciambella al Mosto si avvicina e non sappiamo chi, oltre noi, abbia notato che anche quest’anno nella locandina manca qualcosa.
Infatti successivamente all’edizione del 2021 dalle locandine della Sagra è sparito il Marchio Collettivo Figurativo, rilasciato dall’Unione Europea alla Città di Marino per la proprietà intellettuale dei suoi prodotti di eccellenza, che i produttori locali possono applicare a tutela della qualità (nel seguente link è possibile trovare le informazioni).
Le ciambelline al vino, il pane, il vino e, appunto, la ciambella al mosto che potrebbero fregiarsi del marchio per intraprendere la strada dell’export sul mercato estero e dare quella linfa necessaria all’economia marinese.
In particolare la ciambella al mosto “…rappresenta una salvaguardia della identità territoriale del Comune di Marino e garantisce lo stretto legame di questo prodotto al luogo fisico di appartenenza, alla sua storia e alle sue peculiarità. La Sagra viene fatta risalire al XIV sec. e si svolge la terza domenica di ottobre“, come ricorda un comunicato pubblicato nel sito del Comune nel 2018, quando venne promossa come prodotto DE.CO. Denominazione Comunale dalla Regione Lazio.
Invece l’Assessore alle Attività Produttive Mastantuono, con un disattento comunicato coronato dall’immancabile selfie, si è limitato a parlare di “… una bella festa (l’ennesima, aggiungiamo noi) dedicata soprattutto alle famiglie con divertimenti per grandi e piccini“, di Sagra dell’Uva “…che il prossimo anno vedrà di nuovo i riflettori puntati per il centenario” proprio quando stiamo ancora facendo i conti sul “salasso” da settecentomila euro della 100^ edizione.
Peccato che il Sindaco Cecchi e la sua Giunta – sempre e solo concentrati su loro stessi – abbiano rimosso il Marchio Collettivo Figurativo, quando sarebbe bastato informarsi per cogliere questa occasione offerta dal riconoscimento UE e dare ulteriore visibilità ad una delle nostre eccellenze sul mercato europeo.
Peccato soprattutto perché la sensazione che se ne trae è che con questa Giunta non si remi tutti dalla stessa parte, che le cose cambino a seconda del vento che tira, disperdendo ciò che c’è di buono solo perché realizzato da chi c’era prima.
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