La Redazione di Noi Cambiamo –
Quattro settimane fa ha destato un certo scalpore la notizia dell’abbandono da parte di Marco Cacciatore del M5S a livello regionale. Notizia ripresa sui quotidiani nazionali e che ha di fatto aperto alla pubblica opinione un tema che tra i ‘grillini’ è dibattuto da qualche tempo anche nei livelli locali, i cosiddetti MeetUp: cosa resta oggi dei valori politici fondanti del M5S e quale giudizio dare alle scelte nazionali e regionali?
Tema che, per i suoi risvolti, interessa il M5S e non solo vista l’emorragia di voti a cui si è assistito in questi ultimi due anni a livello nazionale e non solo.
Ma torniamo al Cons. regionale Marco Cacciatore. Passata la prima fase calda della discussione interna e della uscita formale dal M5S resa pubblica da Marco Cacciatore a fine giugno, lo abbiamo intervistato in questa calda fine di luglio 2020. Tre domande sul M5S e sul futuro di Marino. Pubblichiamo oggi la prima domanda e la puntuale risposta dell’esponente ‘ex grillino’ – le altre due saranno pubblicate nei prossimi giorni – che analizza a freddo i motivi dei dissidi in Regione Lazio e a livello di impostazione nazionale.
Marco Cacciatore, cosa è successo in Regione Lazio di così grave da provocare la tua uscita dal M5S?
Ho passato 10 anni nel M5S, dedicando anima e corpo a un sogno. Sono stato sospeso per aver presentato un esposto che raccontava di atti sia regionali che comunali, che stanno conducendo all’ennesima discarica nella Valle Galeria, a pochi passi da Malagrotta: nelle mani per l’ennesima volta di un monopolista del settore – il programma di Roma M5S diceva “mai più discariche a Malagrotta”. Dopo il mio esposto ho appreso tra l’altro che dall’esposto è partita un’inchiesta e vedremo, lasciamo lavorare i Magistrati. Con Roma ho dall’inizio cercato di condividere ma ricevendo chiusura. Poi siamo giunti agli emendamenti sul Piano Rifiuti, che ho condotto a conclusione dalla presidenza della commissione competente. Il tema dell’ambito a sé stante di Roma per la gestione rifiuti, che impedirebbe a Roma di continuare a cercare discariche nelle province, piuttosto inducendola a dover crescere sulla differenziata, così come impedirebbe che i Comuni delle province conferiscano rifiuti a Roma – principio di “autosufficienza e prossimità”, che discende da norme UE ed è cavallo di battaglia di ogni programma M5S -, ha diviso tutte le forze politiche. Mentre io chiedevo che il gruppo, come da statuto, votasse a maggioranza, il gruppo ha preferito ragionare badando ad altro e la Capogruppo Lombardi, cui ho fatto riferimento negli ultimi anni, mi ha notificato la decisione unanime che mi invitava a non presentare emendamenti sul tema. Tra le motivazioni, si andava dalle esigenze elettorali di Roma agli equilibri interni ed esterni, che evidentemente si ritengono prevalenti rispetto alle problematiche dei territori. Un M5S così, tra le molte violazioni programmatiche cui dal Governo a Roma si è assistito, che ha perso ogni vena democratica e si è trasformato in proprietà privata dei leader, accettando decisioni in camera caritatis e a sfondo meramente elettorale, è ormai l’ombra di sé stesso”.
Parole dure, pesanti come macigni. E quale sarà ora il futuro politico di Marco Cacciatore? …
– L’intervista continua in un prossimo articolo domani.
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