di Marco Carbonelli –
Sono passati dieci anni dalla presentazione del primo ricorso al TAR Lazio del comitato Argine via Divino Amore – ADA. Era infatti il lontano 2011, l’anno delle delibere agostane votate dall’allora maggioranza di centrodestra guidata da Adriano Palozzi.
Dopo il primo ricorso 2011, pagato con l’autotassazione di circa 100 famiglie, ne arrivò un secondo depositato da ADA nel 2013 e una serie di depositi aggiuntivi oltre che un ulteriore ricorso ad adiuvandum.
Il TAR in questi dieci anni ha sostanzialmente ignorato oltre 15 richieste formali – si chiamano prelievi in gergo amministrativo – di discussione presentate dagli avvocati dei cittadini di ADA, arrivando nel 2020 addirittura a sanzionare l’ennensima richiesta di discussione presentata attraverso una sospensiva.
Ma in questi anni quello che la giustizia amministrativa non ha affrontato è stato invece affrontato dalla politica, non certo quella del centrodestra – oggi tornato in sella alla guida della città con Stefano Cecchi – ma quello della precedente amministrazione a guida Carlo Colizza.
Atti concreti di Giunta sin dal 2016, richieste formali ripetute di coinvolgimento della Regione Lazio dal 2017 e una discussa sospensiva di Consiglio Comunale sul Divino Amore nel 2018 che poi ha aperto la strada all’allargamento del Parco regionale dell’Appia Antica, al successivo Vincolo ministeriale del MIBACT e al nuovo PUCG del recente agosto.
Dalle notizie ricevute dagli avvocati si evince che il TAR ha voluto per il 2 novembre 2021 riunire per la decisione tutti i ricorsi di ADA ma anche altri ricorsi presentati, in senso opposto ad ADA si badi bene, dai costruttori per delle richieste di risarcimento per la mancata edificazione e presunti diritti acquisiti.
Infatti, la cementificazione del Divino Amore è stata di fatto scongiurata e oggi, come detto, ben tre strumenti, due vincoli e il nuovo PUCG, impediscono qualsiasi tipo di edificazione in quell’area.
Sui risarcimenti molti soggetti locali hanno speculato durante questi ultimi mesi e anche durante la recente campagna elettorale per togliere consensi a Colizza e ai suoi alleati, che amministravano, in favore degli avversari concorrenti alla carica di sindaco.
Illazioni e voci alimentate ad arte specie nelle zone di Frattocchie che devono aver trovato attenzione specie in persone semplici e disinformate sul tema.
Il 2 novembre il TAR scriverà la sua sentenza da tribunale amministrativo su questa storia, durata fin troppo visti i 10 anni di attesa, storia che ha di fatto consentito di misurare il reale valore, la coerenza degli ideali e lo spessore etico di tanti cittadini che si sono coinvolti nelle varie parti e, per alcuni, a cavallo delle parti in questi ultimi 10 anni.
Sapremo, il 2 novembre, quale destino aspetta la delibera 35 del 3 agosto 2011 che avviava l’operazione Divino Amore e semmai ci saranno i presupposti reali per dei risarcimenti milionari, così come richiesto dai costruttori e dalle società di investimento coinvolte nell’affare Divino Amore.
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