A distanza di una settimana dallo scoppio dell’incendio sviluppatosi nel deposito di rifiuti di Ciampino EcoLogica 2000 – che, come anche confermato dall’Assessora Giglio del Comune di Ciampino in una conferenza Stampa, era il luogo di raccolta intermedia del materiale differenziato e ingombrante proveniente da molti comuni dei Castelli – s’impone qualche riflessione su ciò a cui abbiamo assistito e su come il rischio è stato gestito dall’Amministrazione di Marino.
Gli eventi esterni previsti, anche quelli pubblici che vedevano il Comune di Marino partner o patrocinante, per quel weekend del 29 e 30 luglio sono andati avanti come se nulla fosse: la settima edizione di Calici di Stelle si è svolta sul belvedere – per l’occasione intitolato al Maestro Umberto Mastroianni – consentendo alla nostra città di tornare ad essere “una grande vetrina a cielo aperto“, come affermato con entusiasmo dall’Assessore Mastantuono. Peccato che in quel “cielo aperto” a poca distanza aleggiava una nube nera che, in cuor suo, ognuno sperava andasse nella direzione opposta, confidando nel dio Eolo. E, al contrario, non pochi cattivi odori erano stabili anche a Marino centro in quelle serate.
Tuttavia è un altro l’evento che ha suscitato in modo eclatante la nostra attenzione: l’All Star Summer 2023, una 3 giorni di basket svolta presso il Parco della Pace di Cava dei Selci – e, quindi, a ridosso dell’area dell’incendio – organizzata con il partenariato del Comune di Marino. Nei giorni 28, 29 e 30, le/gli atlete/i di 40 squadre si sono confrontate fino alla finale di domenica 30, in cui si è svolta la cerimonia di premiazione pubblicata con qualche giorno di ritardo nella pagina Facebook del Comune.
Ed è qui che si impongono le riflessioni non proprio benevole: sorseggiare da un calice ammirando il panorama del “cielo aperto”, inebriandosi col profumo del vino marinese – magari mescolato con una nota “torbata” – è cosa significativamente diversa dal fare esercizio fisico sotto sforzo, mentre a breve distanza, poche centinaia di metri, pattuglie di vigili del fuoco e volontari (un centinaio abbiamo saputo) – ai quali non smetteremo mai di dire grazie – lottano per estinguere un grosso incendio che non cessa di sbuffare veleni nell’aria. In quei giorni ora sappiamo erano totalmente fuori controllo la diossina e non solo.
Ebbene, la competizione risveglia in ciascuno lo spirito agonistico che porta a non risparmiarsi – figuriamoci gli adolescenti – ed immaginiamo le belle inalazioni che le ragazze ed i ragazzi delle varie età (Under 17, senior) avranno fatto di tutte le sostanze liberate nell’aria, di cui solo nei giorni successivi abbiamo conosciuto la variegata e dannosissima composizione, ma di cui già sapevamo con probabilità non bassa la presenza. E se lo sapevamo noi che c’era un rischio, come poteva non saperlo l’Autorità di protezione Civile comunale, che è il Sindaco e l’amministrazione, presente con suoi rappresentanti ben immortalati in foto?
In questo ambito il Comune era presente, lo ricordiamo, come partner dell’evento ma ci viene da chiedere se fosse presente anche nella sua, fondamentale, veste di custode primo della salute pubblica e di protezione della popolazione. Qualcuno nelle aule di Palazzo Colonna – iniziando dal Presidente Pisani, gioiosamente ritratto nelle foto pubblicate nel post – si sarà domandato se fosse opportuno interrompere questa manifestazione sottraendo le/i giovani atlete/i al rischio di inalazione di diossina?
Certo, dirà il lettore, gli stessi genitori delle/dei cestisti avrebbero potuto impedire ai loro figli di partecipare, o potrà aggiungere che negli stessi giorni c’erano persone che, imperturbabili, facevano jogging o passeggiavano imperturbabili e senza mascherina lungo Via Mameli.
Ci sta, rispondiamo noi, d’altronde il dibattito sul margine che esiste tra la responsabilità pubblica e quella personale è sempre acceso ed ulteriormente ravvivato in occasione dell’emergenza COVID, che sembra avvenuta decenni fa mentre è solo dal 31 marzo che è stata dichiarata cessata. Pertanto perché agitarsi intorno a questa manifestazione che vedeva la partecipazione di ragazze e ragazzi entusiasti impegnarsi nelle gare?
Proprio per questo motivo: anche a costo di deludere le attese delle/degli atlete/i la manifestazione andava, per il principio di riduzione del possibile rischio, interrotta per proteggerli da questo venefico aerosol, dando un chiaro segnale che l’Amministrazione ha cura della salute dei suoi cittadini, soprattutto quando questa viene messa a rischio.
Il Comune sarebbe dovuto e potuto intervenire prontamente dismettendo la veste di “partner” dell’evento ed assumere quella che le compete di “custode” della salute e della protezione della popolazione, sospendendo il torneo anche a costo di qualche sorriso e qualche apparizione in meno.
Allora sì, noi avremmo capito, condiviso e sostenuto questa scelta mentre così, invece, l’unica considerazione che ne traiamo è che questa nube ha ulteriormente oscurato le priorità dell’Amministrazione marinese, lasciandole intravedere unicamente i sorrisi e le strette di mano.
Ma questa dell’apparenza ad ogni costo, si sa, è cosa oramai nota.
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