Con la determina n. 560 del 17/05/2024 il Dott. Roberto Libera è stato formalmente incaricato per la direzione e il coordinamento dei festeggiamenti legati alla 100^ edizione della Sagra dell’Uva a fronte di un compenso di 15.000 €. La nomina era nell’aria da febbraio, quando la stampa locale riferì che il Sindaco Cecchi lo aveva scelto per le capacità come persona esterna alla comunità marinese, ma con la capacità di comprenderla nel profondo, ed aggiungendo che questo importante traguardo sarà celebrato articolando la Sagra su 10 giorni in luogo dei 3 canonici.
Questo modo di procedere evidentemente non deve essere piaciuto al dott. Moretti, Presidente del Comitato “Avanti Marino!”, che con un post apparso su Facebook ha definito questa nomina un atto di “oscurantismo amministrativo” e richiesto di conoscere i documenti dai quali è scaturita.
Lasciando al suo corso la richiesta del dott. Moretti, noi vogliamo soffermarci sulla circostanza per cui con questo provvedimento hanno preso ufficialmente il via le spese per la 100^ Sagra dell’Uva, con questi 15.000 € iniziali viene intaccato il budget della Sagra di quest’anno, ma la domanda è: a quanto ammonta questo budget?
Giusto 3 mesi fa chiedevamo la stessa cosa e parlando della 99^ Sagra evidenziavamo come le spese totali – che hanno raggiunto il ragguardevole importo di 413.779,12 € – si siano prodotte in assenza di qualsiasi atto di indirizzo da parte del Sindaco e della sua Giunta, lasciando al Dirigente di turno porre in essere gli atti di spesa senza i necessari riferimenti finanziari. In questa totale assenza di indirizzo, aggiungevamo, la Giunta e la maggioranza che la sostiene si sono sottratte del tutto alla responsabilità di scelte che, invece, è esclusivamente loro, scaricandole sul Dirigente di turno chiamato a formalizzare gli impegni non si sa in base a quale programmazione.
Ad oggi, se si esclude la dichiarazione rilasciata alla stampa a febbraio dal Sindaco Cecchi, non risulta che né lui né la sua Giunta abbiano definito le linee di indirizzo per la 100^ Edizione della Sagra e, con esse, fissato il perimetro finanziario entro cui le spese dovranno essere contenute per i “10 giorni 10” in cui si articolerà, secondo la volontà del primo cittadino marinese.
Quindi, per sapere quanto ci costerà la 100^ Sagra dell’Uva a chi dovremo rivolgerci? Ai Dirigenti? Al Comitato d’Onore? Al Dott. Libera fresco di nomina sebbene designato dal Sindaco Cecchi già a febbraio?
Oppure possiamo sperare che entro breve tempo la Giunta leghista di Cecchi, nonostante “… la carenza di risorse umane specializzate e mezzi tecnici, interni all’Amministrazione” – come recita la Determina – sarà in grado di dire ai cittadini quanto spenderemo per la 100^ Sagra senza dover attendere la pubblicazione delle Determine dei Dirigenti o il consuntivo finale?
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Puntuale intervento direi, a cui voglio aggiungere il fatto non trascurabile che, sono appena iniziate le spese per la 100^ Sagra dell’Uva, ma ancora non abbiamo visto il consuntivo generale delle spese effettuate con la 99^ Sagra.
Il Sindaco, e la Giunta, pare che non siano interessati a far conoscere il dettaglio del consuntivo spese della sagra del 2023.
Ma nemmneo l’opposizione, nel suo complesso articolato, pare abbia particolare interesse a conoscere, e far conoscere, la sostanza della spesa totale sostenuta con i soldi dei cittadini.
La Sagra dell’Uva è un evento che ha sempre coinvolto la comunità marinese, nelle sue articolazioni, sia nella fase organizzativa che in quella gesionale.
Dopo aver assistito alle incertezze e disfunzioni della 99^ edizione della sagra, mi sarei aspettato un cambio di passo da parte di Cecchi e dalla sua Giunta. E invece il cambio imposto da Cecchi è consistito nell’affidare l’incarico dell’organizzazione ad un professionista esterno, proveniente addirittura dal Comune di Albano, come se a Marino fosse impossibile reperire una figura capace di gestire l’evento della Sagra. Il che mi pare sia anche offensivo nei confronti dei residenti, i quali sono stati tranquillamente estromessi da ogni considerazione da parte del sindaco Cecchi. Possibile che su una popolazione di 45.000 abitanti, non si poteva individuare un cittadino che fosse in grado di organizzare la 100^ sagra dell’uva?
Una decisione davvero incomprensibile che rende ancor più chiara, a chi ancora non l’avesse ancora capito, l’inadeguatezza istituzionale, ma anche politica, del sindaco Cecchi che dimostra, ancora una volta, l’incapacità di pensare e riflettere in termini politico-istituzionali sull’importanza di coinvolgere e far partecipare i cittadini alla vita socio-economico-culturale del territorio.
Cecchi continua a gestire la “cosa pubblica” come se fosse “cosa sua”, ritenendo che sia sufficiente portare a Marino il Ministro o il Procuratore della Repubblica per apparire, agli occhi del cittadino, come un sindaco connesso al sistema istituzionale che conta.
Ma se è questa l’idea che si è fatta delle istituzioni, in tutti questi anni di presenza a Palazzo Colonna, direi che è assolutamente sbagliata. Il sindaco una volta eletto, non è pensabile si comporti da sindaco di parte, di chi lo ha sostenuto elettoralmente, ma deve essere il sindaco di tutti, altrimenti avrà, come ha, vita difficile e incerta.
Così come per la 100^ sagra dell’Uva, avrebbe dovuto costituire un “comitato istituzionale”, o del sindaco, con la partecipazione trasparente di tutte le componenti sociali, economiche e culturali, che sarebbe dovuto essere votato e approvato dalla Giunta che, al di là dell’onore d’occasione, fosse investito del pieno riconoscimento istituzionale, garantendo la effettiva partecipazione di tutti senza distinzioni di appartenenza politica o partitica.
Tutto continua, invece, ad essere gestito con improvvisazione da singoli che nemmeno si capisce come siano stati scelti, con quali criteri oggettivi. Con comitati auto definitisi “d’onore” che, chissà per quali meriti, intervengono e decidono a nome e per conto del popolo marinese. Ma questa può essere definita una amministrazione democratica? A me pare che, anche in questo caso, l’unico penalizzato sarà ancora il cittadino contribuente.
Ma a fronte di tutto ciò, emerge un altro aspetto importante che denota l’enorme vuoto istituzionale: quello dell’opposizione variegata che, connesso anche ad altri fatti come l’ostello, vorremmo capire quali siano gli effettivi interessi che starebbero a rappresentare in consiglio comunale.