Intervista all’Assessore Cerro sulla questione dello “SPRAR”: il perchè di una salvaguardia del territorio

— L'assessore Barbara Cerro. (foto di Cristiano Paris) © Tutti i diritti riservati dall'autore. Riproduzione e condivisione sono vietati

Nei giorni scorsi è stata indicata dal Cons. Minucci la possibilità che il Comune di Marino sia tra i comuni aderenti al Sistema SPRAR, tematica legata alla gestione dei flussi dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio.

Prima di avviare le considerazioni politiche di dettaglio a livello locale e le possibili polemiche che ne potrebbero conseguire, abbiamo intervistato l’Assessore Barbara Cerro per capire meglio di cosa si tratta esattamente.  Ne esce un quadro puntuale in cui si cerca di dare delle risposte a norma di legge e di sicurezza per i territori, ad un problema che altrimenti verrebbe gestito con imposizioni da parte del Ministero dell’Interno attraverso le Prefetture. Ecco le risposte di Barbara Cerro.

Assessore, si parla anche per Marino di uno SPRAR: ci spiega cosa è?

Già a partire dal 2002 in Italia con la Legge 189/2000 lo Stato italiano ha riconosciuto ed istituzionalizzato le misure adottate in termini di accoglienza dalle associazioni e organizzazioni non governative, dando vita allo SPRAR ovvero il Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati riconoscendo forma giuridica al concetto di “accoglienza integrata”, sottolineando altresì la valenza del terzo settore e delle azioni di rete tra Enti Locali ed associazioni. Lo SPRAR è dunque uno strumento previsto dalla norma per gestire in modo razionale, localmente, i flussi dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Quindi questo SPRAR è uno strumento limitato solo a Richiedenti Asilo e Rifugiati, cioè una ben precisa e ristretta tipologie di situazioni rispetto alla figura generale di ‘immigrato’? 

Esattamente: la caratteristica degli SPRAR, secondo un’ottica di decentramento degli interventi, sottolinea l’importanza di una “presa in carico” sistemica degli immigrati rifugiati e richiedenti asilo, nella concezione di una necessaria concertazione tra una pluralità di istituzioni centrali e locali. Questo strumento è messo in atto al fine di attivare un arcobaleno di servizi che non si basino solamente sull’offrire vitto e alloggio ma che prevedano anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento attraverso la costruzione di progetti personalizzati con l’obiettivo di accompagnare ogni singola persona accolta lungo un percorso di riconquista della propria autonomia, come specifica la norma stessa. Insomma lo SPRAR, per sua stessa natura, a partire dalla titolarità degli enti locali è e deve essere percepito come parte integrante del welfare locale e, come tale, complementare agli altri servizi pubblici alla cittadinanza garantiti sul territorio.

Perchè l’amministrazione comunale di Marino ha presentato domanda di adesione a questo sistema di protezione?

Ad oggi sul territorio comunale sono attive cinque strutture di prima accoglienza C.A.S (ndr Centri Accoglienza Straordinari) gestite da tre associazioni, che ospitano 162 beneficiari. A fronte di questo numero dei beneficiari ospitati ad oggi nei C.A.S. presenti sul territorio di Marino, dal Comune è stato rilasciato in data 13 febbraio 2018 –  con prot. n. 9523 – un Nulla Osta ad una delle associazioni per accogliere in qualità di SPRAR 50 beneficiari inviati direttamente dalla Città Metropolitana di Roma Capitale. Tali beneficiari seppur facenti riferimento alla Città Metropolitana di Roma Capitale saranno ubicati presso la struttura gestita dalla associazione autorizzata presente sul territorio del Comune di Marino, consentendo di far scattare la clausola di salvaguardia.

Ci spieghi meglio, perchè lo SPRAR può essere inteso come una salvaguardia del territorio di Marino?

Il concetto è il seguente, ed è legato proprio all’applicazione della clausola di salvaguardia. Questa clausola impone in modo certo il limite massimo delle persone che come ente locale – cioè il nostro Comune – potranno essere accolte, nel nostro caso la proposta progettuale è limitata al massimo a 110 beneficiari. Si badi bene, l’applicazione di questo strumento ci evita ulteriori invii di persone immigrate in modo unilaterale da parte della Prefettura di Roma nei centri di accoglienza straordinari. Inoltre i C.A.S. presenti oggi, col tempo, verranno rimpiazzati dal progetto SPRAR, con il vantaggio di una cabina di regia gestita direttamente dagli uffici comunali, non dunque con scelte imposte dall’alto, con tutti i benefici conseguenti nel controllo della situazione del fenomeno sul territorio.

Per finire, a suo giudizio qual è il valore aggiunto insito nello SPRAR?

Il Comune di Marino con l’attuale amministrazione considera la “diversità” come un valore di arricchimento umano e intende perseguire e favorire in modo regolamentato e coordinato lo scambio interculturale tra le diverse popolazioni migranti presenti nel territorio e la cittadinanza. Lo SPRAR è uno strumento utile per raggiungere questo obiettivo.

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